- arte contemporanea di Marco Zanella

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su di me
 
 

Marco Zanella nasce a Vigonza (PD) nel 1967, dove vive e lavora. Laureatosi in Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi di Padova, attualmente svolge la sua attività specialistica nel campo dell’edilizia
residenziale occupandosi di progettazione architettonica e strutturale in qualità di libero professionista.
Sin dal periodo universitario, sboccia in Zanella l’interesse per la geometria, per le sue forme e le sue regole. Grazie a questa passione, dal 2000 inizia a realizzare quadri come un momento di solitudine, intelletto, disciplina.
Da autodidatta intraprende la strada dell’arte materica coniugandola con forme e materiali della pertinente esperienza lavorativa.
La materia diventa tangibile e contemporanea, viva e rigorosa, attraverso espressioni logiche che sfiorano il concettuale. Le sue opere, di corrente astratta, si possono definire come Pittosculture poiché Zanella riesce ad associare la tridimensionalità dei suoi elementi geometrici e strutturali alla pittura, scegliendo materiali, colori e forme realizzate su misura e pensate per essere inserite al meglio nell’ambiente ospitante.
L’artista ama impiegare materiali diversi accostandoli perfettamente tra di loro, producendo una visione armonica e al contempo spezzata delle sue linee: sabbia, acciaio, legno, cartongesso, guaine, bulloni, blocchi in fibra di legno, plexiglass, alluminio, colori acrilici, juta e viti sono tra gli elementi che predilige nelle sue opere.
“Quando creo un quadro, il mio intento è quello di cercare di dare delle forme alle mie fantasie e ai miei pensieri, cercando di comporli all’interno di una cornice con quei riferimenti precisi che provengono dalla geometria, ma la fantasia si sa non ha regole, ma soprattutto non accetta vincoli o imposizioni, così le mie geometrie vengono spezzate, vengono rese incomplete e vengono trascinate e proiettate al di fuori dei limiti del quadro, i contorni delle mie opere sono spesso irregolari, come una rottura dei propri limiti e confini. È come se la parte creativa e istintiva di me volesse valicare la razionalità e la logica del mio essere ingegnere alla ricerca di maggiore libertà e nuovi spazi compositivi. Volutamente i miei quadri non hanno cornici, proprio per non creare ostacoli o barriere allo sguardo dell’osservatore che cerca di seguire quelle diagonali, bisettrici o cerca di completare quelle forme incomplete”, afferma l’artista.
I materiali poveri associati a quelli pregiati, conferiscono alle opere di Zanella eleganza e raffinatezza rappresentativa. Tutti gli elementi utilizzati diventano funzionali artisticamente. Viti e bulloni riescono a farci percepire la logica delle forme scelte e la linea di collegamento fra la geometria tradizionale e la geometria contemporanea, fatta, quest’ultima, di razionale e ricercata scomposizione delle forme senza discostarsi troppo dalle strutture originarie della disciplina.
Le diagonali che l’artista immette nelle proprie opere, riescono a far guardare l’osservatore oltre il supporto, oltre la logica, oltre i materiali scelti, oltre la fantasia; è un gioco di sguardi lineari quello che Zanella crea, un gioco di logici intenti, un gioco fantastico ricondotto a un abile giocatore che vuol farci ammirare la geometria al di la dei nostri confini visivi e prospettici, per lasciare spazio alla nostra immaginazione, ai nostri intenti emozionali.
Zanella non vuole porre un confine, una barriera tra l’osservatore e l’opera, ma vuole coinvolgere i nostri sensi.
L’estensione delle bisettrici, dunque, si propaga nello spazio rendendo la materia tridimensionale; a volte anche su più supporti accostati fisicamente, sino a creare un unicum compositivo continuo ma interrotto, segnato, al contempo, da colori simbolici e carichi di energia.
Le geometrie contemporanee di Zanella sembrano quasi scandire il tempo: un tempo di lentezza e meditazione, plasticismo razionale e calcolato. I pieni si alternano allo scheletro strutturale dei vuoti e l’artista sembra costruire le sue geometrie nello spazio circostante negato alla materia.
In ogni segmento realizzato si rispecchia il suo pensiero: fantasia, invenzione e logica diventano progettazione di vita, di ambientazione, di contestualizzazione visiva e tattile.
I rilievi ci fanno pensare all’assemblaggio di un grande puzzle formato da pezzi inscindibili l’uno dall’altro, mediante la visione eclettica della geometria ideale e viva nel pensiero dell’artista che la domina, la forgia, la rende libera di vagare oltre ogni confine della sua e della nostra memoria.


Giuseppina Laura Dominici

 

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